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BIOGRAFIA DI FRANCESCO PICCIONE > STORIA > PASSIONI

FRANCESCO PICCIONE
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STORIA - LE SUE PASSIONI

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Ha partecipato nel Giugno del 1979 al "Primo Campionato Siracusano" per automodelli con motore a scoppio, classificandosi al secondo posto. In gara è stato il più piccolo (di molto) dei "piloti" avversari e ciò lo ha esposto alle "ire" di qualche professionista ampiamente battuto in gara.

Problemi alla vista e disturbi legati all'inalazione dei fumi scaricati dagli automodelli radiocomandati, lo hanno fatto desistere dal continuare con questa passione.

Le sue passioni per le auto, gli sono state trasmesse fin dall'infanzia dai suoi zii. È noto che costoro hanno seguito in TV le gare di "Formula 1" col piccolo Francesco piazzato davanti al televisore come il cagnolino della "Carica dei 101" di Walt Disney. Infatti, è dal 1969 che la segue assiduamente.


4. La Musica

Sin dall'infanzia è stato a contatto con la Musica e gli Strumenti Musicali, essendo membro d'una famiglia di provetti musicisti. Uno zio, il dott. Antonio Di Mauro, ha suonato il violino ed è stato anche il batterista di una band musicale rock, abbastanza nota negli anni Sessanta: i "Lovers". Altri zii erano impegnati su altri fronti, sempre all'insegna della musica di qualità.

Dall'età di 6 anni fino all'età di 12 anni ha studiato da autodidatta e suonato il pianoforte e l'organo.

Negli anni ha seguito numerosissimi concerti di musica Classica, Jazz, Pop e qualche concerto Rock, sia all'aperto che in Auditorium, in diverse località italiane ed a Parigi.
Ancora oggi, ma non più spesso come una volta, frequenta la sala da concerti dell'associazione "ASAM" di Siracusa, a cui è stato abbonato per due decenni. L'attuale sala è posta all'ex cinema Lux in Ortigia. Saltuariamente, in certe occasioni segue i concerti al Metropolitan ed al Teatro Bellini di Catania.

3. Automodelli elettrici ed a scoppio

Dall'età di 8 anni si è interessato agli automodelli elettrici della "Polycar" e, successivamente, "Polystil" (
Slot Racing).

Per incrementare l'efficienza della corrente, le sue piste elettriche, sono state alimentate da una coppia di un trasformatore ed un alimentatore a 12 Volt, collegati in parallelo, la cui corrente elettrica era accumulata da una coppia di condensatori elettrolitici posti in parallelo, da 50.000 microfarad ciascuno. In tal modo, anche nelle parti più lontane della pista dalla sorgente di alimentazione elettrica, la corrente giungeva correttamente e nella medesima intensità della parte iniziale.
Arrivò a costruire elaborati circuiti di piste elettriche, lunghe anche diverse decine di metri,  caratterizzate dall'utilizzo di "rotaie" in treccia di rame, anziché quelle classiche in metallo, per evitare la dispersione dell'energia elettrica dovuta all'ossidazione del metallo.

A 12 anni ha partecipato a Siracusa (
al locale "Bunker", ora "Dafne") ad una gara per automodelli elettrici (Slot Racing), in cui era il più giovane di tutti i concorrenti, con un modello della Polystil (Tyrrel) da lui modificato. Si è classificato con il secondo tempo nelle prove di qualifica e si è piazzato al sesto posto della classifica generale.

È stato in quella occasione che agli organizzatori ha suggerito l'utilizzo di una migliore fonte di energia elettrica, come quella da lui utilizzata per le sue piste elettriche. Ciò perché, durante le gare, chi ha gareggiato con automodelli elettrici dotati di motori molto potenti (
Mabuki, Super Mura, etc.), "succhiava" l'energia elettrica all'avversario nel momento di massima richiesta, rallentandolo. Tale problema è stato reso ancor più evidente, nel caso degli automodelli della Polystil, poiché equipaggiati con motori elettrici di piccola potenza. Suggerimenti successivamente messi in atto dagli organizzatori.

A 15 anni ha avuto la passione per un'altra tipologia di automodelli: quelli radiocomandati con motori a scoppio.

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